SAN GEROLAMOSan Gerolamo è un dipinto di Leonardo da Vinci a tempera e olio su tavola (103 x 75 cm), quest'opera fu realizzata nel 1480, ma non fu portata a termine. Questo dipinto fu ritrovato da un cardinale nell' 800, segato in due parti: infatti, la testa fu segata e posta sopra uno sgabello da calzolaio e il resto diventò uno sportello nel negozio di un rigattiere. Attualmente si può ancora notare il riquadro attorno alla testa di San Gerolamo. Oggi esso è conservato nella Pinacoteca Vaticana di Città del Vaticano.
MADONNA DREYFUS - LORENZO DI CREDIMadonna della melagrana (Madonna Dreyfus) è un dipinto ad olio su tavola di cm 15,7 x 12,8 realizzato nel 1469 dal pittore Lorenzo di Credi.
È conservato al National Gallery di Washington.
La rappresentazione della Vergine e di Gesù è in un interno, sulle mura del quale si aprono due finestre rettangolari dal quale si intravede un paesaggio. La Madonna è rappresentata con una melagrana in mano (da qui il titolo dell'opera), simbolo di fertilità e di resurrezione, mentre il Bambino, in piedi sulle sue ginocchia, le porge un grano del frutto. L'ispirazione del quadro è venuta al di Credi dai quadri del maestro, Andrea Verrocchio, e di Leonardo da Vinci. Il nome di Madonna Dreyfus è dovuto ad un precedente possessore della tela, Gustave Dreyfus: i suoi eredi vendettero l'opera ad un altro collezionista nel 1930. notiamo che la madonna rappresentata nell'opera e simile ad altre madonna di leonardo sorattutto per il fermaglio delle vesti.
RITRATTO DI GIOVANNA DE' BENCIIl Ritratto di Ginevra de' Benci è un dipinto di Leonardo da Vinci, a tempera ed olio su tavola (38,8 x 36,7 cm); quest'opera fu realizzata tra il 1474 ed il 1478. L’opera è conservata al National Gallery di Washington.
Le mani dovevano essere in una posizione emblematica, come nei più famosi ritratti di Leonardo, e secondo alcune testimonianze dell'epoca dovevano assomigliare nella posa a quelle della Dama del mazzolino di Verrocchio.
Fonti antiche documentano il rapporto fra Leonardo e Giovanni Benci, marito di Ginevra, ma forse intercedette anche Tommaso Benci, poeta discepolo di Marsilio Ficino ed amico di Leonardo.
La donna rappresentata, fra le più aggraziate della Firenze del tempo, non viene solo descritta con inoppugnabile abilità pittorica, ma anche esaltata come esempio di virtù. Il retro del dipinto riporta, infatti, la scritta VIRTVTEM FORMA DECORAT, "La forma decora la virtù", concetto di chiara ascendenza neoplatonica, già citato nella botticelliana "Primavera", secondo cui la bellezza del corpo rispecchia quella dello spirito. La Benci è pure esempio di purezza, come suggerisce il ginepro che le fa da sfondo: non è un caso la paranomasia che s'instaura tra il nome di tale pianta e quello dell'effigiata.
L'ombra del ginepro esalta il chiarore espressivo del volto della donna, il colore della cui pelle evolve poi in quello dell'acconciatura e, successivamente, in quello della veste e dello sfondo paesaggistico, secondo un continuum cromatico che testimonia la capacità vinciana nell'uso del timbro bruno-castano in varie tonalità.
PEGGIO PER QUELL' ALLIEVO CHE NON SUPERA IL SUO MAESTRO. [LEONARDO DA VINCI]